Castelvecchio di Rocca Barbena
Con il suo nome da fiaba, Castelvecchio di Rocca Barbena si presenta come un fiore di pietra sbocciato nell’alta val Neva, con l’imponente mole del castello e il nugolo delle case cresciute ai suoi piedi. Costruito dai Clavesana nel XII secolo, il castello aveva rivestito per secoli un’importante funzione strategica, controllando le due principali vie di comunicazione tra la costa ligure di Ponente e il Piemonte. Ai Clavesana subentrarono a partire dal XIV secolo i del Carretto, una delle più grandi famiglie feudali italiane, che aveva saputo resistere a vicini ben più potenti come i Savoia e la Repubblica di Genova, estendendo il proprio dominio su tutta la riviera di ponente. Il castello di Castelvecchio ne è rimasto per secoli uno dei simboli, anche se venne gravemente danneggiato nel 1672 nello scontro tra Genova e i Savoia cui prese parte il famoso mercenario Bastian Contrario. Alla famiglia che oggi lo abita si devono gli interventi conservativi che lo hanno riportato a nuova vita.
Il borgo si caratterizza per le antiche case in pietra, i portali in tufo, i tetti a terrazza e i sottotetti ad arco in cui si essiccavano fichi, mele e funghi, le sagome dei forni sporgenti dai muri delle case dove veniva cotto il pane e le cornici bianche alle finestre che richiamano motivi dell’area alpino-provenzale. Tra le case arroccate alle pendici del castello c’è quella in cui soggiornava Björn Afzelius, uno dei più famosi cantautori svedesi. Grazie al suo centro storico Castelvecchio è stato riconosciuto tra i Borghi più Belli d’Italia nei primi anni 2000 e Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano nel 2006.
Un sentiero percorribile in circa un’ora tra gli ulivi e i castagni unisce Castelvecchio alla vicina Zuccarello, regalando profumi e scorci suggestivi sulla val Neva. E’ l’antica via del Roso, ribattezzata poeticamente “Sentiero di Ilaria”: giovane figlia di Carlo del Carretto, primo marchese di Zuccarello, resa celebre grazie al monumento funebre realizzato in marmo da Jacopo della Quercia a inizio XV secolo.
L’atmosfera raccolta che si respira in ogni stagione rende Castelvecchio meta eletta da turisti di qualità e continua ad attirare artisti e intenditori che apprezzano il connubio tra architetture del luogo e risorse naturalistiche, il tutto a soli 15 km dalle località balneari di Alassio e di Albenga.
Lungo la Strada Provinciale diretta in val Bormida e alla Rocca Barbena (1142 m), il monte da cui prende il nome il paese, poco sopra il centro abitato si giunge a una terrazza da cui si gode una fantastica prospettiva sul borgo e sul Monte Alpe. A due chilometri di distanza dal capoluogo si trova la frazione di Vecersio.
COSA VEDERE
Piazza della Torre, una quinta teatrale perfetta, molto suggestiva nelle luci della sera con l’imponente mole del castello sullo sfondo, nella quale si affaccia l’oratorio di Santa Maria Maddalena.
La parrocchia di Nostra Signora Assunta, chiesa matrice di tutta la vallata che pur rimaneggiata in età barocca, conserva nel campanile con cuspide l’aspetto originario del XIII secolo.
Una deviazione dalla strada che conduce all’antico cimitero poligonale permette di raggiungere l’altura su cui è edificato il Santuario della Madonna delle Grazie, che risale al sec. XVII (festa dedicata la prima domenica di luglio). Da qui è molto bella la vista sul borgo e sul paesaggio, dominato dalle fasce coltivate vicino alle case.
Il Sentiero della Poesia con decine di piastrelle murate tra le case del borgo (versi di poeti liguri e non solo) come invito al raccoglimento e alla meditazione in un paese che fa del silenzio un’altra delle sue risorse.
Ca’ del Borgo: la casa-museo atelier del pittore Leonardo Rosa con una collezione di ceramiche di Albisola anni ’20-’40
SPORT E NATURA
Il territorio di Castelvecchio è compreso nel sistema naturalistico del Poggio Grande e della Rocca Barbena ed è attraversato dall’ Alta Via dei Monti Liguri, una ricca rete escursionistica con sentieri segnalati che dipartendosi dal centro abitato conducono a boschi di castagni e a folti uliveti, consentendo di passare dalla macchia mediterranea ai 1000 m di altitudine, dove verdi pascoli fanno corona a splendide faggete.
Di particolare interesse il sentiero Zuccarello – Castelvecchio – Erli – Arma Veirana: un anello in saliscendi che partendo da Zuccarello sale al Borgo di Castelvecchio, per poi percorrere l’antica via del Sale lungo il torrente Neva fino all’Arma Veirana, la grotta in cui sono stati ritrovati resti di sepolture risalenti al Paleolitico su cui stanno lavorando ricercatori di otto università di tutto il mondo.